E’ possibile creare una vita comunitaria e condivisa senza un unico ‘leader o cammino spirituale’ mantenendo però alta la vibrazione di consapevolezza e presenza?
Questa è la domanda che mi sto ponendo concretamente da vari mesi.
Ho conosciuto e vissuto in molti contesti comunitari dove la parte della ricerca interiore, almeno per come la intendo io autentica e profonda, non era affatto il punto centrale.
Viceversa o fatto esperienza di molte modalità diverse di vita vicino ad una guida spirituale, o ad un percorso iniziatico specifico, senza però che ci fosse una reale ‘apertura’ a possibilità di integrazioni con percorsi e strumenti diversi da quelli proposti e di fioritura dei talenti individuali.
Il luogo stesso dove sono nata, un kibbutz in Israele, mi ha avviato fin da piccola alla naturalezza di una vita condivisa.
Negli anni ho potuto verificare la preziosità di dedicarsi con totalità alla chiamata di un percorso spirituale e allo stesso tempo l’importanza di ‘elevarsi’ grazie al lavoro intenso nei rapporti umani e alla condivisione dei talenti sempre più circolare.
E’ possibile unire, in una quotidianità di vita condivisa, ‘la verticalità’ dell’andare dentro e in alto, con ‘l’orizzontalità’ dei nostri talenti ed esperienze personali grazie ad un movimento di condivisione circolare?
E’ possibile farlo senza un ‘leader’ unico ma con un gruppo di anime con frequenze e intenti affini?
E’ possibile farlo ritornando ad un’armonia con la natura e nutrendoci della sua saggezza?
E’ possibile una trasversalità di cammini interiori diversi dove tutti risuonano alla stessa frequenza, verso la presenza e l’Essere, e allo stesso tempo dedicarsi a celebrare la Vita nella sua leggerezza e giocosità?
La mia domanda più ampia credo si riferisca e si racchiuda nell’urgente chiamata di una nuova era, di una nuova Coscienza, che vuole lasciarsi alle spalle la vecchia idea di ‘separazione’, settarismo e differenziazione dove l’intento e il motore principale diventi l’Unione, l’integrazione, la collaborazione, la circolarità e la reale Fratellanza nel riconoscimento più autentico della nostra reale natura.
Nella mia esperienza per potersi avvicinare con concretezza a queste domande è necessario creare un vocabolario di intenti comuni e di linguaggio chiaro e accessibile per tutti coloro che sentono questa chiamata specifica.
Alcune delle parole chiave su cui ‘allinearsi’ sono infatti:
– PRESENZA
– LAVORO INTERIORE
– TALENTI
– INDIVIDUALITA’
– SERVIZIO
– CIRCOLARITA’
– TRASVERSALITA’
– OPERATIVITA’
– INCLUSIVITA’
– COOPERAZIONE
Da queste domande e da questa urgenza di iniziare ad approfondire queste ‘parole chiave’ nel concreto chiamata nasce il progetto ‘Prove di comunità in Presenza’ che vuole, attraverso delle prime brevi esperienze di vita comunitaria concreta, avvicinare persone che risuonano nella stessa chiamata ‘interiore ed esteriore’ per arrivare così ad accogliere un luogo dove poi poterla sedimentare.
Ho sentito infatti la priorità di partire dal gruppo. Il luogo per mia esperienza arriverà di conseguenza.
La maggior parte degli esperimenti comunitari che ho visto fallire erano infatti partiti da presupposti distanti o da urgenze personali e non da una reale conoscenza e risonanza d’intenti del gruppo fondatore.
La prima di queste settimane di “Prove di Comunità in Presenza – Lavoro interiore, Cerchi, Terra, Talenti e Natura” si terrà quest’estate a fine Agosto in Umbria.
Per tutte le info
https://www.facebook.com/events/1452968181553875/
o
Prove di Comunità in Presenza: Lavoro Interiore, Cerchi e Terra
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