Quando percepiamo una contrazione data dal tono in cui ci parla un’altra persona, da certe parole che ci vengono dette, da un gesto specifico o dall’essere ignorati, ciò che si contrae è la nostra identità che si sente ferita, giusta, sbagliata, superiore, inferiore insomma infastidita.
Nell’accogliere pienamente quella contrazione, restando nell’ascolto di quella sensazione può accadere di poter tornare con più consapevolezza all’origine di ciò che l’ha causata. Inizialmente possiamo dedicarci a coglierne l’origine storica, osservando ciò che l’ha attivata (l’evento, parola, gesto etc) e questo ci dona una certo rilascio. Restado ancora più pienamente là è possibile che emerga la contrazione ‘madre’, l’idea che esista un qualcuno che vada difeso, protetto, valorizzato, compreso, giustificato, amato.
L’apparente ‘altro’ gioca così solo il ruolo del ‘cattivo’ che duellando sul palco con il personaggio ‘buono’ – il nostro di personaggio ovviamente – ci ricorda, stuzzicandoci con una spada di legno, la finzione stessa della lotta, dell’attacco, della difesa e di tutto quanto lo spettacolo!
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