Si parla spesso di cercare i propri talenti, di sviluppare le proprie capacità, di cercare di capire quale lavoro fare o quale sia lo scopo per cui siamo qui.
Perché siamo così abituati a complicare ciò che è ed è già assolutamente a portata di mano?
Perché non proviamo semplicemente a fermarci e a chiederci in prima persona cosa ci piace fare? Cosa naturalmente siamo portati a fare? Che cosa faremmo, anche se non fossimo pagati? Quali qualità o talenti ci riconosciamo?!
Molto spesso noto quanto nel momento in cui qualcuno sta per fare una domanda ‘all’esterno’ che in realtà il dono che si sta facendo, non è tanto nel chiedere ma nel darsi così la possibilità di fermarsi, ascoltarsi e formulare veramente e più onestamente possibile la domanda!
In quel fermarsi, ascoltarsi, sentire onestamente la risonanza interiore o meno di quello che si sta dicendo, essendo sempre più sensibili allo stridore interno o meno di certe parole, che c’è già il seme del frutto che aspettiamo dalla risposta.
Se tutto questo accade, infatti, spesso la domanda stessa svanisce perché ci rispondiamo da soli.
Perché dovremmo sforzarci nel fare qualcosa che non ci è naturale?
Si è mai visto un pesce arrampicarsi su un albero o una scimmia nuotare negli abissi?
L’altra sera ho visto al cinema il film ‘Il libro della Giungla’ e mi ha commosso quanta semplicità e bellezza ci fosse nel riconoscere a ogni animale le sue qualità assolutamente uniche.
Perché allora facciamo così fatica a fidarci della nostra naturalezza? Perché pensiamo che sia necessario sforzarci e cercare per capire ‘cosa vogliamo fare nella vita’?
Non c‘è qualcosa che possiamo ‘fare’ nella vita. Possiamo solo Essere nella Vita come l’espressione unica della Vita stessa che siamo già.
Nel momento in cui ci rilassiamo nel realizzare profondamente che non c’è nessuno scopo nel nostro Esistere se non quello di Esistere, che il premio alla fine del viaggio è già qui in ogni istante, che ogni istante è già il premio stesso, che nulla potrà darci o toglierci qualcosa di più di quello che già Siamo, emerge chiara e silenziosa una gioia sottile A PRESCINDERE!
Perché realizziamo che ce la possiamo semplicemente godere!
Che possiamo rilassarci e lasciare che il ‘nostro’ colore unico si dipinga liberamente sulla tela cosmica.
Non disperdiamo più energia in continui calcoli e programmi per dover raggiungere qualcosa e possiamo così inebriare il mondo con il nostro profumo unico.
Liberi da qualsiasi giudizio perché assecondiamo la nostra naturale attitudine, momento dopo momento.
Se abbiamo dei soldi, non ci preoccupiamo di trattenerli per paura, perché non sappiamo se poi ne avremo ancora degli altri, ma li onoriamo per onorare la Vita stessa, perché è quella stessa energia che scorre e non ristagna, quella stessa gioia di fiorire che tornerà a nutrire la Vita e la Vita stessa a nutrire ‘noi’ che non ne siamo separati.
La profonda Fiducia che “a chi ha sarà dato” perché risponde all’abbondanza che la Vita gli da con altrettanta abbondanza.
Fare cose che sembrano pazze per le logiche del mondo è saltare nell’abisso della Vita dove siamo sempre già al sicuro, dove non si può cadere ma solo volare!
Ci siamo solo distratti e continuiamo a guardare in basso e così non vediamo che sopra di noi abbiamo da sempre il paracadute già aperto.
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